venerdì 4 novembre 2011

Lettera aperta a Filippo Tommaso Marinetti

ZANG, TUMB, TUUM!
Salute a voi, Compagno Tommaso, che pure compagno non siete! Ditemi, compagno, è questo l'avvenire che sognaste quando elogiaste lo schiaffo e il pugno, la guerra e l'automobile? È pur vero che quando il gatto non c'è i topi ballano, compagno! E quanto hanno ballato questi maledetti sorci! Ditemi, Compagno Tommaso, avreste mai, nella vostra fervida fantasia, immaginato un tale scenario? Non mi sorprenderebbe vedere il vostro feroce ottimismo e la vostra fiducia nel progresso rimanere interdetti! È vero, i palazzi si stagliano fieri nel cielo, come li immaginava il compagno Sant'Elia, ma quali talpe li infestano! È vero, gli aereomobili sfondano il muro del suono, con una rapidità che il compagno Balla avrebbe amato alla follia, ma quali polli ne hanno il possesso! Ah, Compagno Tommaso, immagino la vostra faccia inorridita nel veder profanato il progresso in tal modo! La pace ipocrita che regna, sì, essa vi causerebbe i conati! E le guerre, esse non hanno più alcun valore, se non quello economico! Ah, Compagno Tommaso, ormai sarebbe da dar fuoco non solo ai musei e alle biblioteche, ma al mondo intero!

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E così questo è il famigerato primo intervento. Credo che un minimo di presentazione sia d'obbligo, dopo che tu, lettore, hai avuto la pazienza di leggere quanto ho scritto. Puoi chiamarmi Anth3m, o Samhain, o come preferisci. Non serve che ti dica ora chi sono io, per due motivi: uno, sono paranoico; due, un minimo del mio abisso dovresti riuscire a comprenderlo leggendo ciò che scrivo. Con questo ti saluto, ipotetico lettore.

A.

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